giovedì 14 ottobre 2010

silenzio

L'uomo giaceva supino
piangente
le lacrime colavano calde sulle guance
fin dentro le orecchie.
Era solo, solo
al freddo di quella Luna.
Pensava,
la Luna è aspra,
la Luna è sassi,
è dura e grigia.
Piangeva gocce amare,
si mescolavano ai capelli
e poi toccavano la terra,
la fredda Terra.
Come un bambino sono diventato
dopo una vita impiegata a crescere,
sono tornato bambino.
Eccomi steso
il volto all'insù
sopra un abisso
giaccio
sopra chilometri di uomini e donne
e poi,
dalla parte opposta,
ancora continuamente abisso
che mi circonda.
Non mi resta che pregare
piangendo
urlando
la mia paura
del
silenzio

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