sabato 9 ottobre 2010

racconti

Ora che ci troviamo di nuovo qui, perchè non parlare di tutto quello che è successo?
Ne sono successe di cose.
La ricordi la neve? Quella notte aveva nevicato forte, almeno un metro sui campi, le macchine bloccate sulle strade, gente che andava e veniva se ne stava ferma quella notte.
E ricordi quell'uomo all'angolo della via che urlava a squarciagola frasi sconnesse? Certo non puoi ricordare, eravamo distanti, tu sui tuoi passi sicuri e decisi, io sui miei fragili.
Una notte d'estate era appena finito il temporale. C'era un meraviglioso odore d'erba bagnata, l'aria rinfrescata.
Il tuo nome dov'era? Attraverso quali labbra usciva? Forse un viaggiatore, sul treno di ritorno, ripeteva ossessivamente le tue iniziali.
Danzavamo in primavera attorno ad un fuoco, e mormoravamo insieme tenendoci le mani, mormoravamo preghiere rivolti al mare.
Quando gli steli rinascevano dal gelo, io te sentivamo i piedi bollire negli scarponi, e andavamo a nasconderci sotto.
Ma poi tra quali guance stavi rinchiusa? Che lingua, che parole parlavano di te al mondo?
E così ancora senza una logica potrei raccontarti della mia caduta dalla bicicletta e delle mia spalla dolorante, magari del mio gatto che dorme e dorme soltanto, della mia voce fattasi più profonda, un mattino.
O della luce rossastra che s'intrufola dalla porta.

Nessun commento:

Posta un commento