sabato 9 ottobre 2010

incroci

Non è una linea retta, non è assolutamente una linea, ancor meno un segmento, un inizio e una conclusione.
La stessa cosa dalla quale scappavo, senza voltarmi, senza riprendere fiato, mi si è ripresentata davanti con le stesse sembianze.
E' un cerchio, una sfera, un'ellisse, un continuo ripetersi, un fuga che porta ad incontrare di nuovo l'inseguitore lungo la strada.
E ci scambiano sguardi muti, lui sa perfettamente di me, io so perfettamente di lui.
E se fossimo la stessa identica cosa?
La stessa carne, le stesse paure, gli stessi occhi, la stessa fuga e lo stesso inseguimento.
Nessuno dei due fugge in realtà, entrambi ci rincorriamo.
Nessuno dei due rincorre in realtà, entrambi fuggiamo.
Restiamo a fissarci all'incrocio di una strada, e sembriamo davvero identici.
L'uno è spaventato, l'altro trema.
Proprio quando sembrava stessimo per prenderci, e proprio quando sembrava che fossimo entrambi definitivamente imprendibili, eccoci, fianco a fianco.
Scorriamo spalla contro spalla, sento il suo fiato nell'orecchio, la pesantezza di occhi come i miei, indagatori.
Eppure passiamo oltre, al prossimo incontro, al prossimo incrocio.

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