venerdì 22 ottobre 2010

cose a caso qua e là

Sono figlio di chi mi sta intorno.
Partorito da mille volti che girano vorticosamente intorno a me,
mi scrutano, osservano, ridono e piangono.
Sono figlio della plastica nel cassonetto,
dell'ombra di un cancello sulla strada.
Mi chiedo se saprei fare quello che non so se farò.
Non ho passi stabili.
Non ho un equilibrio eccezionale.
Non ho gambe ferme.

Un fiume di melma grigia ha la stessa dolcezza di una madre china sul suo bambino.
Sono continuamente minacciato più che da altri, da me stesso.
La libertà di saper vivere comporta delle rinunce.
Rinunciare a vivere comporta la libertà di saper morire.

E' così lontano tutto quello che mi sta davanti,
è un salto così buio, nero come la pece,
grigio come un fiume di melma.

Ma il fiume di melma ha un suono accogliente,
il colore spento delle cose passate.
Tutto mi sta praticamente davanti,
dietro ho soltanto pochi anni,
ma una volta caduto e inghiottito il fango
ripenserò a qualcosa di caldo,
che mi accompagni con le sirene della melma
in una pozzanghera,
la pozzanghera davanti la porta di casa.

Cosa succede ad essere immerso negli occhi di tutti?
Le luci negli occhi, le parole farfugliate nelle orecchie,
non sei fatto per questo,
sei solo un abbozzo mancato di varie cose, un'illusione piacevole per alcuni,
ma è solo la superficie.

Le poesie risuonano per anni nella testa ma è come se morissero con noi.
La poesia mi ucciderà, la poesia mi salverà.
Rinchiuso in un vagone, passano le stazioni, le linee, i tralicci.

La poesia non è nulla, un divertente passatempo,
un'inutile e giocosa pretesa.
Lo dici ma dicendolo muori.

Vivo della poesia dei sassi.
Presi dalla riva e lanciati nell'acqua profonda,
continuano nella loro immobilità semplicemente
in un altro luogo, adattati, ricoperti di muschio, organismi, sabbia,
e tutti possono volare sopra i sassi.

Sei il tempo, se il tempo invece non fosse esattamente te.
Esatto, tu sei il tempo, nient'altro.
Ti svegli nel cuore della notte invecchiato di tre anni,
oppure ti addormenti dopo una giornata passata a ringiovanire.

Il tempo è un inganno, è un peso tremendo che l'uomo non poteva sopportare
e l'ha portato fuori di sé,
dicono, l'uomo e la donna invecchiano,
è il tempo che trascorre, è una cosa fuori, una cosa esterna e irremovibile.

Sei tu a far morire il tuo tempo. E così muori anche tu.
Nella melma.

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