venerdì 8 ottobre 2010

disseppellimento

Del primo corpo dissotterrato restava ben poco. Fu il suo secondo o terzo assassinio, non aveva ancora la dimestichezza degli ultimi tempi.
Quanto tempo era passato!
Lei era una donna meravigliosa, alta snella e bionda, giovane, vent'anni al massimo. Giaceva sotto quella terra umida da ormai trent'anni divorata dai vermi.
Che bei capelli aveva! Pensò l'ormai vecchio assassino. Dei boccoli biondo cenere, fluenti sulle spalle, si muovevano come se avessero vita propria. Oh, e poi lei era davvero meravigliosa, nei modi sensibili ed eleganti, negli occhi. A vederla gli si bloccava il cuore, lui giovane e impacciato studente di legge.
Si ricordò di averla ammazzata brutalmente, non meritava una fine del genere. Egli era d'altronde soltanto agli inizi.
La fece soffrire, molto. Le affondò una lunga lama dritta dritta nello stomaco e la girò, e poi la girò ancora, e ancora. La povera donna s'accasciò a terra, gli immensi occhi sbarrati in atteggiamento di supplica, la bocca vomitava fiotti di sangue, il vestito di lino bianco imbrattato.
Quella notte indossava un lungo vestito leggerissimo, svolazzante, lo stesso che l'avrebbe accompagnata per tutti quegli anni immersa nel terriccio.
Con l'ultima forza residua la giovane dimenò inutilmente le braccia, mentre egli avanzava di nuovo verso di lei.
Le ferì le braccia che lei aveva alzato istintivamente per proteggersi, poi mentre tentava di tranciare la giugulare si sbagliò e le aprì la graziosa guancia.
Ora voleva farla finita, era stato sì estasiante all'inizio, ma in lui resisteva ancora un briciolo di pietà per una stupenda creatura.
Riesumandone il cadavere rivide quel che restava della sua chioma cenerina, qualche ciocca di capelli secchi pieni di terra.
Alla fine riuscì ad infilarle il coltello diritto nel cuore, con la mano tremante, ma davvero, pensò, non avrebbe meritato una fine così.

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