venerdì 8 gennaio 2010

amici saggi

-Maledetto maledetto vigliacco! Maledetto io lo ammazzo!
-Mi ricordi un certo film di un certo regista come si chiama, aspetta aspetta, no l'ho scordato.
-E ammazzo pure te se continui così!
-Si un film davvero, holliwoodiano tra l'altro.
Erano loro due, seduti sulla panchina del parco, anzi seduto stava solo il tipo tranquillo che non ricordava il titolo del film, ammesso che davvero lo sapesse, l'altro saltava qua e là, sudava e si dibatteva, di tanto in tanto urlava insulti a sproposito.
-Perchè, perchè succedono a me! perchè?
-Ma dai sono cose che capitano, ascoltami, te la prendi così, è normale alla fine, cioè guarda la situazione con distacco cosa vuoi che sia? Siamo giovani tutto qui.
-Muori. Tu credi di capire, credi addirittura di essere superiore a tutti noi, ma no, sei così distaccato e gelido perchè questo è il tuo unico modo per difenderti dalla vita! Vigliacco te e l'altro bastardo!
E questo l'aveva sempre saputo. Come del resto aveva sempre saputo che consolare gli amici non era la cosa che gli riusciva meglio. E nemmeno ci provava a dire il vero, erano loro che avevano bisogno del suo essere così distaccato e lontano.
Sapeva anche di incutere diffidenza, e ne andava fiero.
-Certo certo hai ragione, prenditela pure con me, come se fossi io la causa della tua situazione!
-Stronzo.
-Già.
Ora il sangue nelle sue vene aveva smesso un attimo di bollire, si sedette, ma la gamba gli tremava ancora nervosamente, ammirava il silenzioso e calmo amico.
-Tu, si tu devi insegnarmi ad essere come te. Il tuo atteggiamento prende in giro tutti e tutto. Non so se ne sei consapevole. Davvero insegnami, come diavolo fai? Cosa leggi? Filosofie orientali e cose varie? Cazzo spiegami!
Che brutta sensazione era per lui l'essere trattato da profeta, si insomma, profeta spicciolo. Era quasi un'ammissione d'inferiorità dell'amico.
-Senti io non ti consiglio proprio nulla, tu alla fine così stai bene. Ti innamori, ti arrabbi, sudi, sputi, sanguini. Io no. Dunque non fare tanto la vittima, tu non sei una vittima delle ingiustizie della vita, tu fai il gioco della vita. Non sto certamente dicendo che tu sia uno stupido scimmione, no, attento, tu hai una tua saggezza, la tua più grande saggezza sta nella tua collera, nel tuo amore, nel tuo dimenarti scalciando la polvere o nel tuo sdraiarti accarezzando l'erba.
-L'ho sempre detto, tu sei un tipo sprecato. Cosa diavolo ci fai qui a parlare con me?
-E' nauseante sentirsi dire così.
-Si alla fine tu non hai mai saputo fare nulla. Te la cavavi in diverse cosette, ma non ti sei mai buttato con decisione su una via.
Ed era così. Era giovane, certo, ma quanti minuti, quante ore, quanti giorni aveva già sprecato.
E poi iniziava ad invecchiare. Si vedeva già come suo nonno, solo ad un tavolo di un bar, ma con la battuta pronta. Almeno quella.
A quante porte era stato davanti? Molte, un'infinità. E chissà quante altre ancora. Perchè era giovane, e aveva un'ottima vista.
-Ma io quel maledetto lo ammazzo di botte, gli faccio una faccia così, almeno non si fa vedere per un pò, questo maledetto, quell'inutile vigliacco....
Fortunatamente aveva qualche amico saggio per davvero.

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