martedì 16 febbraio 2010

portati via si rimane

Tutto trascorre sotto le nostre dita, sotto la nostra pelle, tra i nostri corpi nudi intrecciati e pulsanti.
Non temere quelle parole che di fronte a te non riescono: accompagnami nei silenzi e negli sguardi.
Non cercarmi, non trovarmi, non scoprirmi.
Altro non sono che il palmo della mano sulla tua guancia, la punta della lingua sulla tua clavicola, il segno, il graffio sulla tua schiena inarcata al brivido del piacere.
Toccami, stringimi, scuotimi, tienimi le braccia.
Guardami dallo specchio mentre raccogli i libri sul letto.
Ti cingo di schiena e sento il tuo respiro.
Ogni cosa scorre, cambia, muore, rinasce. Ogni passione è trasportata obliqua per le strade e per i campi intorno.
Come sono cambiate le giornate. Più a lungo si è osservati dal sole, la nebbia sta rintanata in fossati umidi.
E intanto le nostre cosce si strofinano, il petto nudo è stretto al seno sussultante.
Questo innocente piacere ci sbatte e ci attacca ad un abbraccio, e siamo fragili corpi tremanti, caldi e sudati, e rapidi e affannosi sospiri.
E le teste poggiate alle spalle, chiusi nell'abbraccio lasciamo che tutto scorra, in una sospesa penombra di sogno.
In un tepore senza pensieri.
E come portati via si rimane, amica, compagna di sguardi.

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