mercoledì 21 aprile 2010

diversa ma non troppo

Stavo camminando alla mia solita andatura, niente di strano, magari per alcuni può essere a passo spedito, ma ve lo giuro è la mia andatura naturale, ne sono più che sicuro, non c'era alcuna fretta.
Dicevo, stavo camminando, e senza alcuna fretta appunto.
Mi guardavo in giro, non ero mai passato per di lì. E' così strano avere la presunzione di conoscere una città fino alla noia e poi per sbaglio scoprire qualche nuova via che la rende di nuovo interessante e coinvolgente.
Ecco, camminavo, per questa via, e intorno c'erano tutte cose nuove, almeno per me.
Una chiesetta arrampicata su un'altura, e un sentiero ripido per arrivarci, un fiumiciattolo stranamente silenzioso e pulito che scendeva da una collina nascosta tra i cespugli, un locale di vecchio stile, l'insegna già parecchio consumata, in via Trieste, se non ricordo male.
Persone sedute fuori a sorseggiare birra, sotto l'ombra dei platani, e un irreale silenzio, sembrava catturato dalla luce del sole, e quell'odore particolare che hanno le piante in primavera.
Sembrava odore di carne in una macelleria, ma erano davvero le piante, sicuramente.
E poi così dal nulla, come se fossi in un posto dimenticato da Dio ad anni luce dalla solita parte della città, mi viene incontro lei con la sua solita particolare voce, mi saluta, mi stringe una spalla, e il silenzio che c'era prima non era più silenzio, noto un nome di una via a me già nota, e capisco che tanto lontano non sono.
E la gente che parla come al solito.
Insomma mi incamminai con lei e c'era la strada che saliva, e lei parlava e parlava, si spingeva sempre più verso il mio corpo, mi sfiorava il braccio, appoggiava, all'apparenza casualmente ma non tanto casualmente, il dorso della mano sulla mia, e si comportava come quelle gatte che rotolano per terra e si strusciano provocando il maschio.
Ai miei occhi era tutto così divertente. E intanto salivamo per quella strada in pendenza, senza fare fatica.
Dalla terrazza sopra la collina si poteva vedere uno scorcio di valle, i palazzi alti e grigi del quartiere vicino, le montagne da una prospettiva diversa ma non troppo.

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