lunedì 8 marzo 2010

cemento

C'è un gatto sul cornicione, se ne sta in perfetto equilibrio, con la coda che oscilla alta e fiera.
Ci sono dei vasi sospesi alla ringhiera, dentro le piante sono scottate, gialle e secche.
Una volta nel cortile c'era un grande e meraviglioso salice piangente, aveva un tronco enorme, radici che cercavano in tutti i modi, prepotentemente, di farsi spazio oltre lo strato di cemento.
Aveva rami lunghi che pendevano verso il basso, e piccole foglie verdi, sottili, che ricordo morbide e profumate.
Era una pianta davvero elegante, alta e maestosa, era bello guardarla dal balcone, essere quasi alla sua altezza, e non vedere nient'altro oltre al suo tronco, ai suoi rami chinati, alle sue foglie pendenti.
Venne abbattuta qualche anno fa, e ne fui dispiaciuto, ero troppo abituato alla sua compagnia per non poterla rimpiangere.
Le sue radici avevano ormai alzato il cemento, crepandolo in vari punti, e c'era una porta che ormai non si riusciva più a chiudere.
Hanno preferito abbattere una pianta bellissima, sacrificandola al loro cemento.

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