mi ricordano le curve del'aria quando guardavo verso l'alto, quella notte
di luna che lasciava una luce sui contorni delle montagne.
Sono nato dal dolore e ritorno al dolore, in mezzo tutto è lieve nascosto e sogno
di correre nel prato inseguendo vermi.
Poi cade il colpo come una scure sulla testa,
sorride.
Tutto ci sorride, lo sai. Ogni cosa ci guarda passare e ci fa cenni, socchiude le palpebre.
Sonnolenta mattina di nebbia
l'umidità mi impregnava i vestiti le ossa i capelli.
Freddo, la schiena scoperta trema.
Ma intorno tutto sorride, la casa nascosta dall'edera, le talpe nelle buche.
Ghiaccio sul parabrezza.
Poi al caldo e al suono che si infrangeva sul molo tornavo sudato, bollente,
e tutto mi sorrideva, di nuovo, ancora.
Sabbia tra le dita dei piedi e sotto le unghie.
Nessun commento:
Posta un commento