domenica 14 marzo 2010

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Questi colpi di bastone sulla schiena mi dicono cose che prima immaginavo da lontano,
mi ricordano le curve del'aria quando guardavo verso l'alto, quella notte
di luna che lasciava una luce sui contorni delle montagne.
Sono nato dal dolore e ritorno al dolore, in mezzo tutto è lieve nascosto e sogno
di correre nel prato inseguendo vermi.
Poi cade il colpo come una scure sulla testa,
sorride.
Tutto ci sorride, lo sai. Ogni cosa ci guarda passare e ci fa cenni, socchiude le palpebre.
Sonnolenta mattina di nebbia
l'umidità mi impregnava i vestiti le ossa i capelli.
Freddo, la schiena scoperta trema.
Ma intorno tutto sorride, la casa nascosta dall'edera, le talpe nelle buche.
Ghiaccio sul parabrezza.
Poi al caldo e al suono che si infrangeva sul molo tornavo sudato, bollente,
e tutto mi sorrideva, di nuovo, ancora.
Sabbia tra le dita dei piedi e sotto le unghie.

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