mercoledì 25 maggio 2011

I tuoi ricordi disordinati nella stanza
che hai abitato da vecchio
già abitata dalla tua morte,
e loro vedendoti già sapevano
già intendevano l'ineluttabilità della tua
(loro stessa) mediocre fine.

Hai lasciato correre,
niente è più perduto di questo ti dicevi
intanto dietro le porte altre stanze chiuse
bianche parlavano altri incroci
di storie altri ventagli muovevano vento
riluttante tra i letti.

Vedendoti tutti loro credendoti tutti
sulla parola, tu che senza parole ancora
già steso in dormiveglia ascoltavi solamente.

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