mi urlavi da due passi nell'orecchio sinistro
"già troppo abbiamo aspettato"
o era il tuo tono malinconico al telefono?
e "non c'è più nulla da fare"
poi a bassa voce, mi dicesti con gli occhi a terra.
Non eri nessuno, soltanto un dialogo
nella mia testa, insolente e confuso
come il caldo nelle grandi città,
linea di vapore
"lontana, quasi invisibile, irreale"
o patina negli occhi stessi.
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