giovedì 4 novembre 2010

il delitto

Restavo insensibile davanti al mio delitto, sebbene una parte di me si muovesse dietro le tende rosse del salotto e mi spiasse con occhi carichi di orrore.
Una parte di me urlava rinchiusa nella camera a fianco, sbraitava e sbatteva le nocche contro il legno della porta.
Un'altra parte rideva di tutto, e quella parte aveva sempre riso di ogni cosa da sempre, da sempre.
L'ho fatto per non poter rimanere più solo. Dovevo capire.

Ero incredibilmente giovane e forte. Potevo ancora permettermi di saltare di illusione in illusione, cosa me ne importava?
Non sapevo di essere giovane, è normale.

Si stavano formando delle crepe lungo tutta la parete, e da queste scendevano piccole gocce nerastre.

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