lunedì 29 novembre 2010

C'era il ricordo dell'acqua tiepida che sapeva di erbe aromatiche e menta, poi era buio ma una musica bassa suonava per il corridoio, delle voci, qualcuno parlava, ma non potevo ancora capire!
E le notti del vento, che prendeva tutto, tutto! I gatti piangevano, o litigavano, e si mischiavano al vento, insieme mi parlavano della notte.
Chissà se venivano sollevati e portati davanti alle finestre della mia stanza.

Dal finestrino della macchina vedevo la neve, che era scesa così dal nulla, quella sera di dicembre. Non era semplice ammettere tutto quello che ci si presentava davanti, e non l'abbiamo mai fatto.
Che freddo faceva, dovevo capirlo, avrebbe certamente nevicato.
Si sbriciolava sotto i piedi la neve, in un suono di cui mi compiacevo.

Il vento! Tranquillo e caldo che sollevava la sabbia e ci infastidiva gli occhi, ci graffiava le braccia, mentre tu mi graffiavi la schiena.
Sospesi sui grandi pesci muti, dondolanti, al buio seguivamo le scie lasciate dalla notte, la fresca notte, la notte che ci ha lasciato soli, un albero, un sacco a pelo, fermi ma sempre oscillanti e gli occhi in alto.

Non pensare, ricorda.

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