giovedì 10 giugno 2010

due chiacchiere

-E' durato fin troppo, non ne potevo più.
-Credo di poterti capire, sai non ho mai vissuto una situazione del genere, ma da fuori certe cose si vedono.
-Una cosa insopportabile, e lei si divertiva, è quello il bello.
-Sai l'ho sempre pensato. Ci sono donne che si divertono un sacco così. Grazie al cielo hai preso una posizione, dopo parecchio tempo, ma l'hai presa.
-Si troppo tempo.
-Troppo davvero.
V. rovesciò tre cubetti di ghiaccio nei bicchiere pieni fino a metà di gin, poi prese la lattina di tonica fresca, la aprì facendo attenzione che non fosse stata troppo scossa salendo le scale, e la vuotò dentro.

V. si sedette sul tappeto, M. sul divanetto di fronte. La stanza era molto calda, e l'unica luce proveniva da una piccola lampada sul comodino. Bevvero dai bicchieri e stettero per un po' in silenzio, a testa bassa.
-Ecco vedi l'amore cosa ti porta a fare.-fece M.
-Vorrei non crederci. Ma se lo dici tu.
-Mi stavo trascinando addosso i resti di quello che era stato tempo fa. Io con lei stavo benissimo, abbiamo passato momenti meravigliosi, ci guardavamo e ridevamo, non c'era bisogno d'altro.
-E cos'è cambiato?
-Forse ho sbagliato io.
-Tu?
-Ma la amo ancora. E lei ama me.
-Ma che significa? Secondo me tu avresti soltanto bisogno di conoscere un po' di gente nuova, ti stai letteralmente fossilizzando. Esci, provaci con qualche tipa. Dicono sia pieno di ragazze sole al mondo.
-Ma nessuna sarà mai come lei.
-Stronzate. Sono sicuro ce ne siano di molto migliori. Non mi è mai stata simpatica, te lo confesso. E poi che senso avrebbe trovare gusto nel trattarti così? Apri gli occhi.
-L'ho appena fatto.
-Già l'avevo scordato. E' che ogni volta ci ricaschi. O almeno apparentemente.
-No, ci casco ogni volta davvero.
-Stupido.

Aprirono due lattine di birra a testa, V. cercò di sviare il discorso ma M. non c'era con la testa.
-Capirai anche tu l'amore un giorno. Ti fa fare delle cose che non avresti nemmeno immaginato di fare.
-Tutte queste storie sull'amore mi stufano. Che vuol dire amore? Ognuno ha la sua definizione per amore. Ad esempio il tuo cosiddetto amore. E' uno schifo. E lei? Una stronza.
-Non la conosci come l'ho conosciuta io.
-Mi sembra ovvio, ma mi fido delle impressioni. Puoi darmi un pugno se ti va.
-Non avrebbe senso.
-Dunque avete chiuso ogni rapporto?
-Esatto, ho cancellato il suo numero, i suoi contatti, non andrò più a trovarla per un pezzo. Meglio così. La vedevo ed ero l'uomo più felice del mondo, me ne andavo ed ero il più solo. Non potevo resistere ancora per molto tra questi due estremi.
-E lei?
-Aveva come l'impressione le stesse sfuggendo qualcosa.
-Potrebbe essere una cosa che ci accomuna.
-Ma questo non significa farmi morire di gelosia.
-Che dolce!

Riuscirono a farsi due risate dopo la quarta birra, poi uscirono a fumare una sigaretta e si rinfrescarono le idee. Erano le tre di notte ormai, entrambi sbadigliavano abbastanza spesso.
Non parlarono più di questa storia, stavano bene fuori quella notte, l'aria fresca portava sollievo così come il rumore del vento tra le foglie.
V. pensava che non era portato per quelle cose, e certamente ne aveva un po' paura.

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