sabato 25 giugno 2011

Una scrittura che riflette costantemente su se stessa
Cosa siamo diventati?
Forse non lo siamo diventati così,
lo siamo sempre stati ed è soltanto adesso, adesso
che lo sappiamo.
"Passiamola questa soglia una volta di più".

Quale soglia? Luce\ombra a metà dei nostri visi,
l'insicurezza intrinseca del "noi".

venerdì 24 giugno 2011

Se, in fondo, oltre a questo non sei nulla,
cosa credi di aver capito?
Intravedi forse nelle sue linee di rimando
un rimando all'oltre,
un qualcosa che non va a sperdersi.
In silenzio come sempre.
Il mio volto cambia.
Ma tu, tu solo in questo stillicidio
di parole
confuso tra falsi sorrisi e abbozzati saluti,
tu solo solo tu vero nei minuti di sonno
diverso e falso già allo specchio già dal mattino.

sabato 18 giugno 2011

Dove sono i miei piedi?
Immobili

venerdì 17 giugno 2011

Allunghi le braccia,
ma quello che cerchi
potrebbe essere uno specchio.
Il tempo non è mai tanto
solo che una volta calcolato
con un ritmo cadenzato fa scendere
i suoi chiari numeri di lancetta in lancetta.
Ma vedi,
il tempo non potrà mai essere tanto
se in fondo a questo non sai nulla.
Davanti a un camino di Dicembre,
io te ed Egon caldi stretti
ancora troppo sconosciuti.
Come dei sedimenti il tempo
ci accomoderà nel bagnasciuga,
o noi stessi il bagnasciuga?

mercoledì 15 giugno 2011

Sradica le sue radici se troppo profonde,
si dimena come un'anguilla fuori dall'acqua e
cerca di sfuggire la materialità che si è costruito
in lunghi giorni identici.

martedì 14 giugno 2011

Le guerre tra noi, le nostre guerre di tutti i giorni.
Torni al tuo paese sbuffando,
titubante indeciso non è lì che tornerai ancora ti dici
ma qualcuno\qualcosa l'ha già deciso per te.
Granitica immobile fragilità
di tracce sul fango secco.

(Lupi di città spersi in viali sterrati).
Un debole neon dietro le cose
imitandole quel tanto che basta,
accennando la loro natura così granitica immobile.

lunedì 13 giugno 2011

Arriveranno ad accompagnarci,
quanto dovremmo aspettare?
Non molto, tempo di pochi scalini in discesa
per una gamba non più così giovane ma in forma.
Si plasmano attorno a una vecchia immagine:

di piazze o vicoli silenziosi nelle domeniche pomeridiane
a tarda estate quando il caldo si fa' più sopportabile e ancora
non si rimpiange di aver rovinato il muto equilibrio
tra le panchine disabitate con un fischio,
le note iniziali della tua canzone.